(677, ‘ISM Gradisca organizza una storica amichevole natalizia con i richiedenti asilo del Cara’, ‘ism-gradisca-organizza-una-storica-amichevole-natalizia-con-i-richiedenti-asilo-del-cara’, ”, ‘
Quando lo sport crea occasioni di dialogo e conoscenza. Una rappresentativa di richiedenti asilo ospiti del Cara “sfiderà” in un incontro amichevole di calcio che già si preannuncia storico l”Itala San Marco di Gradisca, la cittadina ove sorge la struttura governativa di accoglienza dei migranti. E che attualmente “scoppia” con presenze che oscillano fra i 480 e le 500 persone asilanti. Eppure nel momento piu” difficile che si ricordi nella cittadina della Fortezza per l”impatto del Cara, c”è chi ha voluto creare un”occasione per capire cosa c”è oltre quel muro sulla regionale 305. E” il caso dei dirigenti dell”ISM Gradisca, il piu” longevo sodalizio sportivo della cittadina isontina. L”idea di un”amichevole prenatalizia – che si disputerà mercoledi 21 dicembre alle 14.30 allo stadio intitolato al campione del mondo ”38 Gino Colaussi – è venuta al vicepresidente e main sponsor Antonio Sangiovanni e allo storico direttore generale Eros Luxich. E ha subito incontrato non solo la convinta adesione dell”ente gestore del centro, la coop sociale Minerva con in testa la direttrice Antonina Cardella, ma anche dell”amministrazione comunale, della Prefettura e della Questura di Gorizia che hanno appoggiato l”iniziativa. Il senso dell”evento è stato spiegato al “Colaussi” nel corso di una breve conferenza stampa. L”incontro sarà arbitrato dall”ex giocatore professionista e tecnico della prima squadra di ISM Gradisca, mister Luca Lugnan.
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. “Non potevamo rimanere indifferenti a una realtà vicina come quella del Cara di Gradisca – hanno spiegato Sangiovanni e Luxich -. Come persone di sport sentivamo il dovere di aprire un dialogo con la struttura e chi la vive, perchè il calcio da sempre arriva prima nell”abbattere le barriere della diffidenza o del pregiudizio. Generalizzare sul tema immigrazione è sbagliato e pericoloso. Il nostro gesto vuole anche essere un atto di solidarietà nei confronti della comunità di Turriaco e del sindaco Bulian per l”inquietante episodio accaduto nei giorni scorsi. Il razzismo non c”entra nulla con questo territorio è con questa partita di pallone vogliamo dimostrarlo. Il ringraziamento – hanno concluso – va anche ai volontari e alle istituzioni che hanno reso possibile questo incontro”. Plaude al senso dell”iniziativa l”assessore allo Sport del Comune di Gradisca, David Cernic: “Quanto siamo stati contattati dai dirigenti dell”ISM ci siamo immediatamente resi disponibili ad aprire un canale con la gestione del Cara e le istituzioni per capire se fosse possibile che l”idea prendesse forma. In un contesto storico come quello attuale, in cui i migranti vengono spesso rifiutati, è confortante vedere un”associazione di volontariato andare controcorrente e creare un ponte di questo tipo. Speriamo ci sia anche una risposta dei gradiscani, li invitiamo allo stadio”. Al Cara, assicura la direttrice Cardella, la proposta dell”Itala San Marco è stata accolta con grande entusiasmo. “Minerva è stata felice di questa idea e si è immediatamente attivata per capire come renderla realizzabile. Come prima cosa – rivela – sono stati acquistati dall”azienda gli scarpini da calcio per tutti coloro che faranno parte della squadra che scenderà in campo mercoledi”. Nota significativa, i migranti del Cara di Gradisca sono stati totalmente autonomi nell”organizzare quella che rimarrà nella storia come la loro “prima” rappresentativa ufficiale. Particolarmente attivo un gruppo di ragazzi africani che ha subito nominato un allenatore e organizzato dei veri e propri provini di selezione nei due campetti interni all”ex Polonio dove – assicurano – i migranti si stanno allenando senza sosta. Piu” indifferenti pakistani e afghani che non amano troppo il calcio ma dovrebbero essere sulle tribune mercoledì per tifare per i compagni di Cara. “Non va sottovalutata la positiva portata psicologica di un”idea come questa – spiega Cardella -. Molti ospiti nei loro viaggi della speranza hanno affrontato prove molto difficili come la privazione, le minacce, la perdita di un proprio caro o degli amici. Per loro calcare il prato di uno stadio italiano è un regalo inaspettato, negli occhi di molti di loro abbiamo visto felicità”.
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